Eccolo di nuovo. Striscia debolmente, tristemente.
Immagino il suo ventre, biancastro, e non corazzato come il suo dorso. Immagino quel suo colore ambiguo, che dà a volte all'azzurro, a volte al violaceo. Una rivista che ho sfogliato stamattina ne rappresentava uno morto, con quel bianco ventre - appunto quel bianco, gonfio ventre, - squarciato, da cui fuoriusciva la mano di un uomo; un documento dal Congo, immagino. Rettile anfibio: una specie condannata, una specie che fa orrore, che desta ripugnanza. La sua coda squamosa e potente sbatte più di una volta l'armadio che ho di faccia. Il suo piccolo occhio rosso ha una strana strizzata, ed ecco che il grosso animale si dà una spinta di dorso e fa una specie di passo in avanti, verso il letto dove mi trovo in questo momento. Ma nel fare ciò ha urtato qualcosa, o meglio ha dato uno strappo improvviso al tappeto: questo ha scosso il tavolino da notte e la lampada è caduta per terra con gran fracasso, ma senza rompersi, ancora unita al filo. Adesso la luce si proietta raso - terra, illuminando nella maniera più strana e teatrale il grosso corpo squamato della bestia, che è rimasta come impietrita dall'accidente improvviso da essa stessa provocato, ferma dallo stupore.
Intanto la luce danza sul tappeto, essendo la lampada rimasta sospesa alla presa per il suo corto filo...
Penso che l'animale è colpito anche per via di quella luce piombata inaspettatamente su di lui. In ogni caso ecco che sembra riscuotersi; spalanca per qualche secondo le sue enormi fauci coronate di denti bianchissimi , uguali, triangoli perfetti e terribili, come in uno spaventoso sbadiglio, mentre la luce lo illumina a tratti, facendo brillare le sue lucide squame argentee con un ritmo singhiozzante, del tutto irregolare. Ma la cosa più singolare è la sua ombra, tesa come un drappo nero fra il pavimento e la parete di fronte, buffa, barocca, melodrammatica come il corpo d'un fantasma contorsionista: è evidentemente questa proiezione "da ribalta" della luce a creare questi curiosi effetti. Mi vien voglia quasi, di richiamare l'attenzione dell'animale sulla sua ombra medesima, magari consigliandogli di rigirarsi per un momento; ma penso che egli potrebbe facilmente fraintendermi, credendo che voglia distrarlo dalle sue manovre e vi rinunzio.
Pazienza: egli sarà il solo a non godere di quella buffa meraviglia d'ombra - cinese - involontaria ed io... io sarò il primo e l'ultimo sulla terra che avrà avuto la singolare fortuna di aver visto, prima di morire, l'ombra d'un vero coccodrillo.
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